ANNO 14 n° 118
Spunto di vista, Ossessioni, l’importanza di riconoscerle e curarle
>>>>> di Elisabetta Zamparini <<<<<
13/02/2015 - 02:01

di Elisabetta Zamparini

VITERBO - Nella quotidianità si possono avere dei piccoli rituali che ci aiutano a sentirci più sicuri e quindi a gestire meglio l’ansia o la paura per qualcosa, che vanno distinti dalle ossessioni-compulsioni vere e proprie.

I rituali sono un processo parzialmente volontario e anche se non riescono a essere attuati come si vorrebbe, non compromettono la vita sociale della persona.

Le ossessioni invece sono totalmente involontarie e riconosciute come un problema per l’individuo che se ne vuole liberare, sono percepite come un pensiero ricorrente totalmente fuori il proprio controllo.

Per contenere l’angoscia e il disagio emotivo provocato dai pensieri e dagli impulsi ossessivi, la persona può mettere in atto delle compulsioni, cioè delle azioni ritualizzate come controllare o lavare, o azioni mentali, per esempio pregare o contare. Le compulsioni diventano facilmente delle regole molto rigide, spesso bizzarre a chi le osserva.

Questi sintomi, prolungati nel tempo,strutturano un disturbo ossessivo-compulsivo, che compromette significativamente la vita sociale, affettiva e lavorativa dell’individuo che ne soffre.

Le azioni messe in atto possono essere di varia natura, come per esempio la puliziaper l’ossessione della contaminazione, la verifica o il controllo per l’ossessiva paura di potenziali danni a se o ad altri, l’autolesione, l’aggressione ma anche azioni sessuali o blasfeme-religiose.

Le persone con questo disturbo non hanno nessun controllo sulle proprie ossessioni-compulsioni, che sono necessità sgradevoli e impellenti alle quali è intollerabile non rispondere, questo può impedire loro di svolgere la normale quotidianità e può costringerli a fuggire da tutte quelle situazioni che producono un’ansia eccessiva.

Le ossessioni attivano emozioni sgradevoli molto intense, come la paura, il disgusto e la colpa seguite dal bisogno di fare il possibile per rassicurarsi. Spesso l’individuo con il disturbo può rendersi conto dell’infondatezza e dell’esagerazione delle sue idee ma in alcuni casi, la persona è così ansiosa che non considera i propri pensieri generati da preoccupazioni irrazionali o eccessive.

Molti familiari si ritrovano quasi a essere costretti dalla persona con disturbo ossessivo-compulsivo a fare cose che si adattino alle sue ossessioni o compulsioni.

Il disturbo ossessivo compulsivo se non curato può aggravarsi nel tempo e portare una grave menomazione nel funzionamento sociale e professionale dell’individuo, tale che anche i familiari e i colleghi possono essere condizionati in modo significativo dalla malattia.

Se desiderate approfondire questo o altri argomenti ecco la mail a cui scrivere per suggerire i nuovi articoli della rubrica: elisabetta.zamparini@gmail.com.





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